Sanremo (IM) 1904 – 1972
Giuseppe Ferrari “Pipin” pittore ligure
Giuseppe Ferrari “Pipin” apparteneva ad una delle più antiche e nobili famiglie della Liguria, unica nella Riviera di ponente ad essere inclusa nell’albo d’oro della Repubblica di Genova : “i De’ Ferrari-Palmari”.
Trascorse tutta la sua vita a Sanremo, città che amò di un amore intenso e disinteressato, a cui dedicò tutta la sua esistenza, ogni suo pensiero, ogni sua attività.
Dopo la maturità classica proseguì gli studi prima a Torino, all’Accademia Albertina di Belle Arti, poi alla Ligustica di Genova dove si diplomò in disegno e architettura.
Si perfezionò poi a Milano all’Accademia di Brera, alunno di Ambrogio Alciati dove frequentò anche un corso di scultura nella convinzione che per ben dipingere occorresse anche saper modellare la creta e qualsiasi altro materiale; solo cosi il soggetto dipinto sarebbe stato saldamente impresso sulla tela.
L’amore per l’arte si mischiava intanto con quello per la poesia: brevi e delicati sonetti, riflessioni sulla vita, sull’ amore, su luoghi amati, sui sentimenti dell’uomo, spesso intrisi da una profonda malinconia e da una vena nostalgica.
Talvolta invece i versi assumono i colori dei suoi quadri e diventano pennellate di gioia e di serenità.
Si dedicò per un certo periodo anche alla musica.
Terminati gli studi iniziò la sua carriera di pittore e giornalista, collaborando al Secolo XIX e al Resto del Carlino.
Nel 1948-49 con il suo amico Antonio Rubino fondarono dapprima il Gazzettone poi il Gazzettino della Riviera dei Fiori e agli articoli vivaci, ironici e pungenti di Ferrari si univano le stravaganti e fantastiche vignette di Rubino, pioniere del fumetto e del cartone animato.
Un connubio indissolubile il loro, nel lavoro e nella vita, che si concluse alla morte di Rubino nel 1964.
Ma è soprattutto dalle pagine dell’Eco della Riviera, fondato a Sanremo da Giacomo Gandolfi n nel 1916, che Ferrari per oltre 40 anni fece udire la sua voce affrontando qualsiasi argomento: sport, musica, teatro, letteratura e soprattutto storia locale.
Giuseppe Ferrari “Pipin” ottenne molti riconoscimenti ufficiali: nel 1932 e 1942 vinse il I premio alla mostra internazionale dell’Ex Libris.
Nel 1958 vinse il premio dell’ente turismo di Imperia alla mostra Sanremo Vetta e molte le mostre che ospitarono i suoi quadri non solo a Sanremo.
Come pittore iniziò verso i 14 anni eseguendo grandi ritratti, di ottima fattura nonostante la giovane età: tratto delicato, morbido, un gioco di luce che plasma la figura rendendola quasi reale, colori caldi e tendenzialmente scuri per permettere alla luce di irrompere improvvisa nel dipinto.
Splendidi sono i suoi bozzetti e studi del periodo dell’accademia: sono incisioni, disegni a inchiostro, stampe, oli anche su cartoncino semplice ma di altissimo valore artistico eseguiti con abilità e tecnica notevole.
Col tempo sono tante le esperienze pittoriche che nascono dai suoi pennelli ma i soggetti più cari sono gli scorci della Sanremo vecchia, i suoi affascinanti carrugi, i suoi ponti .
scomparsi, angoli sconosciuti e quelli più noti.
Questi cari soggetti sono stati rappresentati in grandi e piccoli oli o in stupendi acquarelli; i colori vanno da tonalità più scure e ombrose quasi a raffigurare quegli angoli della Pigna dove il sole sembra volersi nascondere, a tonalità luminose, vive, anche se tenui e molto pastello.
Talvolta i colori soprattutto nei cieli diventano quasi irreali e come sempre la luce fa da padrona modellando l’insieme per renderlo un paesaggio quasi fantastico.
Di carattere battagliero, soprattutto se la posta in gioco era difendere Sanremo, fu protagonista di azioni che all’epoca fecero parecchio rumore, come il salvataggio dalla fusione del monumento a Garibaldi di Leonardo Bistolfi.
Squisito colorista, realizza opere intrise di dinamismo ed energia produttiva.
Il fascino di questa collezione consiste soprattutto nell’essere specchio d’un arte che si esprime liberamente e dimostra grande capacità di amalgamare luci e colori – volumi e spazi con risultati di straor dinario acceso cromatismo.
L’audacia con cui l’artista concepisce la natura è pari a quella delle sue esuberanti tessiture cromatiche.
Raffigurazioni di spazi architettonici e di elementi di natura in vigorosi acquerelli, pieni di disinvolta modernità e caratterizzati da tecnica esecutoria personalissima: traccia su cartoncino Bristol lucido il disegno a pennarello per poi utilizzare l’acquerello in modo corposo ed indi velare il tutto sotto l’acqua e stendere ad asciugare.
Tra le esposizioni collettive più importanti ricordiamo: 1921 Roma, Prima Biennale Romana; 1922 Sanremo, l Internazionale d’Arte; 1923 Torino, Quadriennale d’Arte; 1931 Sanremo, l Mostra d’Arte degli Artisti Sanremesi, Villa Ormond.
Le personali : 2004 Sanremo, “Il gioioso cromatismo di Giuseppe Pipin Ferrari” Museo Civico; 2009 Comago, “Il colore pensato, sognato, immaginato Retrospettiva sull’opera di Giuseppe Pipin Ferrari”, Villa Serra Comago (GE); 2013 Genova, “Cromia e Dinamismi del Novecento”, Immagine Colore Gallery; 2016 Sanremo, “Omaggio a Giuseppe Pipin Ferrari”, Casinò Municipale; 2017 Sanremo, “Giuseppe Ferrari. Pittore del Novecento. Sguardo contemporaneo”, Casinò Municipale.