Resele (Svezia) 1933 – Albissola (SV) 2000

Ansgar Elde pittore e ceramista che ha operato in Liguria

Ansgar Elde nasce ne 1933 a Resele, cittadina del nord della Svezia; nel 1959 si trasferisce in Italia per studiare scultura a Roma, ma ad Albissola incontra Asger Jorn, che gli offre ospitalità.
Lì si ferma, e diventa parte integrante della vita culturale di questa città rivierasca, da sempre nota per le sue fabbriche e botteghe di un’arte antica: quella della ceramica.
Da li parte per far conoscere nel mondo l’Italia e la Liguria con mostre realizzate in varie città: Copenaghen, Parigi, Rotterdam, Venezia, Bruxelles, Chicago solo per citarne alcune.
La descrizione che ce ne fa lvo Bruschi, amico e pittore, offre a tutti coloro che non hanno avuto l’opportunità di conoscerlo personalmente un ritratto vivo e anticonformista: egli lo ricorda camminare per i vicoli di Albissola o percorrere la strada che da Savona porta al Santuario, dove lavorava.
Ci racconta una persona semplice e schiva, sandali ai piedi, una borsa di plastica appesa al braccio, un curioso copricapo.
Anche se Elde, artista originalissimo, ha espresso il suo pensiero e la sua creatività attraverso, dipinti, sculture, opere realizzate con i materiali più svariati: ferro, carta, legno, vetro, iuta… certo con l’argilla ha avuto il suo rapporto privilegiato, un amore primitivo e ricorrente.
Albertus Pictor è un pittore svedese della seconda metà del XV secolo che Elde ha sempre considerato come il suo primo maestro, ispirandosi alle incisioni popolari su legno, cio che resta tuttavia più caratteristicamente della maniera dell’affresco medievale è la verve con la quale evoca i temi biblici e anche l’espressione molto forte dei visi e delle abitudini.
L’altra referenza che si impone a proposito di Ansgar Elde nella sua relazione con il primitivismo è naturalmente quella di Cobra.
L’artista svedese non ha mai fatto mistero del debito che riconosce ad Ansger Jorn, principale animatore di Cobra con il poeta Christian Dotremont.
Anche se ha subito l’influenza di Ensor, Munch, Klee, Arp e Mirò, Jorn non ha smesso di manifestare il più grande interesse per la mitologia scandinava e le loro traduzioni plastiche dopo la preistoria fino all’arte popolare contemporanea.
Sappiamo anche che attorno a lui si è costituita ad Albissola, sulla costa ligure, un vero fulcro di creazione artistica, al quale partecipava ugualmente Wifredo Lam  per poi continuare il proprio conto l’avventura cominciata collettivamente vicino a Jorn e a Lam.
Si vede in  ogni intervento plastico di Elde come una deflagrazione. Un’esplosione. E’ una bomba che ci getta in piena faccia. E che scoppia fino a riportarci all’alba delle forme, il sapore ancora intatto del caos originale.
Gli elementi sembrano difficilmente separabili gli uni dagli altri: la terra dall’acqua, l’acqua dall’aria, l’aria dal fuoco, il fuoco dalla terra, e così via.
Ma riassumendo lo spirito dell’opera di Ansgar Elde deriva dalla pittura e dalle sue leggi, il segreto della sua poetica gli viene dalle operazioni quasi alchemiche della ceramica.
Tutto ciò significa evidentemente che egli intende difendersi dalla seduzione che l’apparenza può esercitare, la soddisfazione estetica che può procurare, il sentimento di compiacimento e di felicità che può dare l’opera finita.
ElAnsgar Elde si potrebbe considerare il teorico della poetica dell’incompiuto.

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