Acqui Terme (AL) 1904 – Genova 1972

Vittorio Dugo pittore ligure

Vittorio Dugo con l’insegnamento del padre Rodolfo fin da piccolo si avvicina al disegno ed alla pittura con particolare predisposizione per l’acquerello.
Presente a Savona con la famiglia a partire dal 1915, consegue gli studi nella città ligure per poi laurearsi in Scienze Matematiche presso l’Università degli Studi di Genova.
In tarda età, libero da impegni di lavoro, si stabilisce prima ad Arenzano e poi a Genova.
Con l’esempio del padre ed una forte inclinazione personale, parte del disegno e della pittura sono per Vittorio Dugo una conseguenza naturale.
In particolare la pittura dal vero si accompagna ad uno smisurato amore per la natura, soprattutto per gli spazi aperti ed incontaminati.
L’acquerello è particolarmente congeniale a Vittorio con cui riesce a riprendere scene istantanee in cui la sensibilità per i toni luminosi e le sfumature, raggiungono perfezioni da virtuoso.
Preceduti da bozzetti a matita realizzati sul posto, riesce ad immergersi completamente nel paesaggio non tanto fisicamente ma soprattutto con l’anima, sensibile e delicata di chi è alla ricerca di un profondo “io”.
I suoi lavori sono terminati nella calma dello studio, con una attenzione maniacale alla riproduzione realista della scena. Spesso le sue opere sono accompagnate da note critiche in cui mette in evidenza gli errori e le correzioni da apportare.
In tutta la sua produzione è il paesaggio il principale protagonista dei suoi acquerelli anche se si avvicina talvolta alla natura morta, al ritratto o più raramente a scene di vita.
Nonostante la professione di Ingegnere lo assorbisse in prevalenza, notevole e stata l’attività espositiva di Vittorio, come la LXXII e LXXIII Esposizione Nazionale della Società di Belle Arti al Ridotto del Teatro Carlo Felice di Genova; alla LXXXIV e LXXXV Esposizione Nazionale di Arti Figurative al Palazzo del Valentino di Torino; alla Quadriennale di Torino del 1927; nel 1938 all’Esposizione lnterprovinciale di Arti Figurative di Genova; nel 1953 una mostra personale presso l’Hotel Nuove Terme di Acqui Terme e sempre nel 1953 presso la Galleria Cairoli di Milano.
Forte l’amicizia nei confronti di Eso Peluzzi conosciuto ai tempi giovanili di Ferrania al quale è legato da profonda ammirazione, reciproca, come testimoniato dalla documentazione d’archivio.
Ad Arenzano frequenta e si lega in amicizia con Paolo Rodocanachi, il quale apprezza la freschezza compositiva.
Anche un altro grande Maestro, nativo di Murazzano nel cuneese, Giuseppe Cerrina, in qualità di critico d’arte milanese, spende nei confronti di Vittorio Dugo, parole d’ammirazione: “[…] confesso perciò di avere osservato proprio con molto piacere queste sue impressioni di spiagge, queste nevicate, questi aspetti del paesaggio preappenninico, questi paesi del Monregalese che ben conosco dalla mia infanzia e che mi sembrano tanto ben interpretati nella loro malinconica dolcezza ed armonie di linee, nelle modulazioni chiaroscurali delle visioni panoramiche, nella intimità e nella semplicità dei motivi.
Mi pare insomma che l’anima di quel paese che si estende dalla Liguria fino alle pianure del cuneese egli l’abbia colta nella sua essenza sottile e delicata, e se queste qualità umane della pittura nelle quali noi tutt’ora crediamo e cioè l’unione del vero con l’artista possono avere ancora il loro valore, siamo convinti che questa nostra sensazione si tradurrà con eguale simpatia nell’animo degli spettatori”

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