Celle Ligure (SV) 1849 – Roma 1901
Piero Costa scultore e pittore ligure
Piero Costa frequentò l’Accademia ligustica di Genova, seguendo in particolare i corsi di scultura tenuti da Santo Varni.
Dagli Atti dell’Accademia risulta che conseguì numerosi riconoscimenti durante il corso dei suoi studi fra il 1866 e il 1870 (fu premiato nei concorsi interni di “plastica di figura” [1866], di “composizione di figura panneggiata” e “anatomia” [1867], di “figura dal nudo” [1869 e 1870]; alcuni suoi disegni accademici si conservano presso la Raccolta dei disegni dell’Accademia ligustica).
Completati gli studi, il pensionato Durazzo nel 1871, che gli permise di perfezionarsi a Firenze e a Roma.
Già durante gli anni di frequenza all’Accademia genovese fu impegnato nella realizzazione di alcune commissioni di opere funerarie. Lavorò nello studio dello scultore genovese Lorenzo Orengo.
Piero Costa nel 1874, presentò all’Esposizione artistico-industriale di Genova alcune opere in terracotta che lo mostrano vicino alle posizioni del verismo di genere.
La sua notorietà cominciò comunque ad uscire dai confini genovesi: realizzò infatti nel 1878 un busto di Vittorio Emanuele II in bronzo da collocarsi nella sala del Consiglio provinciale di Roma. Testimone della fama raggiunta in questi anni è del resto la vittoria riportata nel 1879 in due concorsi a carattere nazionale: quello per il Monumento a G. Mazzini a Genova e quello per il Monumento a Vittorio Emanuele II a Torino.
Nel corso degli anni Ottanta fu impegnato a Firenze in due sculture: la statua raffigurante F. Redi per il porticato degli Uffizi e, nel 1887, la statua di S. Iacopo destinata alla facciata di S. Maria del Fiore.
Nel 1888 partecipa all’Esposizione italiana di Londra.
Accanto all’attività indubbiamente prevalente di scultore, esercitò anche quella di pittore.
Si tratta di ritratti, paesaggi e scene di genere.
Di queste opere non si conosce l’attuale ubicazione: ricordiamo il Ritratto di signora in bianco, e il Crocifisso, Autoritratto col cappello di paglia, Tramonto a Celle Ligure, Bambino che mangia importunato dal gatto, Scoglio della Madonnetta a Voltri, Barche in secco, Villa sulla scogliera di Quinto, Sciagura in montagna.
L’opera pittorica sembra improntata a un moderato verismo che risente delle esperienze della pittura di paesaggio ligure e piemontese (in particolare Delleani) degli anni Settanta.