Genova 1920 – Lugano 2016
Eugenio Carmi pittore ligure
Eugenio Carmi, esule in Svizzera a causa delle persecuzioni razziali, completa gli studi a Zurigo.
Si diploma al liceo classico parificato italiano Istituto Montana a Zugo e poi si laurea in chimica al Politecnico federale di Zurigo.
Tornato in Italia dopo la fine della Guerra riprende gli studi artistici (iniziati durante l’adolescenza) a Genova sotto la guida dello scultore Guido Galletti (1946) e a Torino come allievo di Felice Casorati.
Segue la lezione casoratiana fino all’inizio degli anni cinquanta, quando la sua pittura passa dal figurativo figurativo all’informale.
E’ da questo periodo tra i maggiori esponenti dell’astrattismo italiano. Nei primi due decenni con la pittura informale e dalla fine degli anni sessanta nel rigore delle forme geometriche, che svilupperà progressivamente nel corso dei decenni successivi.
Nel 1956 dal centro di Genova si trasferisce a Boccadasse, borgo di pescatori nella periferia della città: qui ed è proprio a Boccadasse che Carmi apre il suo primo studio di pittura, mentre contemporaneamente lavora come grafico pubblicitario.
Notevole anche la collaborazione con l’industria tessile genovese MITA, per la quale Carmi disegnò stampe per tessuti, sciarpe, pannelli e arazzi, applicando la sua visione estetica ai processi di standardizzazione industriale
La maggior parte delle sue opere è su tela, ma importanti nel suo percorso artistico sono le carte, i lavori in ferro, le latte, i multipli e le sculture.
Ha realizzato due opere cinetiche con una delle quali, la SPCE, è stato invitato alla XXXIII Biennale di Venezia del 1966.
Eugenio Carmi dal 1958 al 1965, è responsabile dell’immagine dell’industria siderurgica Italsider e nel 1963 fonda la Galleria del Deposito.
Membro dell’Alliance Graphique International, è considerato ancora oggi come uno degli innovatori del linguaggio grafico degli anni cinquanta e sessanta.Nel corso dei decenni la costante quotidiana della pittura nel suo studio non è mai solo un fatto puramente personale. Sempre in collegamento col mondo e con gli altri – collaboratori o altri artisti e intellettuali internazionali – ha spesso un ruolo trainante e di catalizzazione di talenti.
E sul mondo Eugenio Carmi non manca mai di intervenire. Prima di tutto con la sua arte, ma anche con la parola, la presenza attiva in convegni e conferenze internazionali e attraverso l’insegnamento. Dall’amicizia e collaborazione con Umberto Eco nascono tre favole per bambini – tradotte poi in tutto il mondo – e Stripsody, opera che deve la sua unicità alla profonda sintonia artistica e umana tra lui, Eco e Cathy Berberian.
Nei decenni ha esposto le sue opere in numerosissime personali in Italia e all’estero.
Suoi lavori fanno parte delle collezioni di musei e istituzioni in Italia, Germania, Gran Bretagna, Polonia, Stati Uniti.
Nel 1971 lascia Genova per Milano.
Nel 2015 a Genova Museo d’Arte Contemporanea di Villa Croce, Eugenio Carmi e la sua opera grafica “La tecnologia non c’entra” con molte opere inedite.
A Milano l’ultima mostra da vivente presso il Museo del Novecento: “Eugenio Carmi. Appunti sul nostro tempo. Opere storiche 1957-1963”.
Si è autodefinito “Fabbricante di immagini”.
“Animale eminentemente urbano, Carmi parla polemicamente di una civiltà della visione e del rumore che lo ossessiona, lo disturba lo affascina.Un suo moralismo e una sua tendenza alla fuga campestre si combinano con una sorta di salutare ottimismo, per cui non riesce a non gioire delle sollecitazioni che il paesaggio urbano, nella sua insopportabilità, gli propina quotidianamente. Diciamo che egli ha raggiunto una sorta di allucinato equilibrio ritraducendo il paesaggio esterno in una sorta di paesaggio personale pacificato e sottratto alle contraddizioni che lo generano.”
Umberto Eco