Milano 1897 – 1983
Alcide Ernesto Campestrini pittore che ha operato in Liguria
Alcide Ernesto Campestrini figlio di Alcide Davide e fratello di Gianfranco, nasce a Milano, dove la famiglia si era trasferita nel 1897.
Dopo i primi rudimenti artistici presso il padre, dal 1914 è studente all’Accademia di Brera a Milano, sotto la guida di Ambrogio Antonio Alciati.
Nel 1919 riprende gli studi di pittura a Brera interrotti dall’arruolamento. Li conclude nel 1922, anno in cui ottiene l’abilitazione all’insegnamento.
Vive a Milano e nel 1923 espone Sorrisi di altri tempi presso il Palazzo della Società per le Belle Arti ed Esposizione Permanente: la cosiddetta Biennale di Brera, alla successiva del 1925, si presenta con Ultime note e con El disperados.
Nel 1926 espone Porta Volta, alla Prima Mostra d’Arte di Artisti Milanesi indetta dalla Famiglia Meneghina, il coevo Autoritratto è una delle sue prime opere che finora oggi conosciamo.
Si dedicò alla natura morta, alla pittura di figura e al paesaggio alpino, quello trentino in particolare, con una tecnica legata alla scuola paterna ed alla tradizione tardo ottocentesca.
Tenne diverse mostre personali a Milano.
Più volte la famiglia Campestrini trascorre le sue vacanze in Valsugana, a volte ospite dei parenti di Emma Campestrini.
Il pittore si innamora del lago di Caldonazzo più volte raffigurato nelle sue tele, come nel dipinto del 1949.
Poche costruzioni, molta quiete, un gioco di colori tra i verdi e l’ocra della vegetazione e della terra, i viola e gli azzurri dei monti e del cielo che si rispecchiano nell’acqua tranquilla del lago.
Lì vicino, a Levico, c’è l’hotel La Pace dove, dal 1969, Alcide Ernesto passa gran parte delle sue vacanze estive in compagnia della moglie, durante quei soggiorni dipinge numerosi quadri prendendo spunto dallo stesso albergo, dai suoi ospiti, dai giardini e dai monti intorno lasciandoci così numerose e preziose testimonianze dei passaggi trentini.
Come il padre hanno lasciato numerose testimonianze: Milano, Trento, la Valsugana, la Paganella, Malcesine e il lago di Garda, le colline intorno a Sanremo dove spesso soggiornava la famiglia Campestrini.
Altri suoi successivi soggiorni sono documentati nella Riviera ligure di levante.
Lo seguono nella raffigurazione dei mestieri, dal Contadino affaticato ma sorridente di Gianfranco, al Falciatore di Alcide Ernesto dipinto in mezzo ai prati dell’alpeggio e che fa parte, assieme a Le favole del nonno, Vecchia guida e Mammina (esposti alla Permanente del 1939), di alcuni tra i dipinti più significativi e di impatto che il pittore ha realizzato negli anni Trenta nella zona di Fai della Paganella.