Savona 1916 – 1997
Carlo Bossi pittore ligure
Carlo Bossi ha esposto un centinaio di volte se si tiene conto delle mostra internazionali, nazionali e regionali, fra le quali: 1947 Mostra Nazionale di pittura premio Bellagio; I Mostra Nazionale premio di Prato; Mostra del mare a San Remo; dal 1947 al 1953 Premio Suzzara; 1952 e 1958 V e VI Quadriennale Nazionale di Roma; 1948 Premio di pittura San Remo; dal 1948 al 1953 alla Mostra Nazionale di Torino; II Biennale Abruzzese Giulianova; III Mostra Nazionale d’arte Contemporanea di Alessandria; 1949, Premio Siena; I Giro della pittura contemporanea; 1951 III Premio Nazionale di Pittura Golfo della Spezia; 1952 I Mostra Internazionale d’Arte Marinara di Genova; 1952 I Mostra Nazionale d’Arte di Trieste; 1953 II Premio Nazionale di Pittura Contemporanea di Noceto.
Tra le mostre all’estero: Buenos Aires, Mendoza, Cordoba, Rosario, Montevideo ecc.
Ha partecipato a tutte le mostre regionali organizzate dal 1944 al 1962 dal Sindacato di Belle Arti di Genova, a tutte le mostre provinciali e collettive di Savona dal 1939.
Numerose le mostre personali: dal 1944 al 1954 a Savona; Genova 1949; Spotorno 1952; Rovereto 1954; .
Ha conseguito anche numerosi premi: nel 1950 al I Giro d’Italia di Pittura Contemporanea e nello stesso anno alla II Mostra Nazionale d’Arte di Saluzzo; 1957 alla Mostra del Bozzetto a Genova, sole per citarne alcuni.
Nel 2013 il Comune di Savona organizza negli spazi della Fortezza Priamar una mostra antologica “Carlo Bossi ragioni e sentimenti”, presenta dopo sedici anni dalla sua scomparsa un panorama delle iconografie più indagate ed amate.
Bossi ha saputo nel corso della sua produzione artistica imprimere una vena poetica particolarmente felice.
Una creatività che spazia dai carboncini a matita alle nature morte, passando per i luoghi comuni di Savona dal suo Porto alla vecchia stazione, dalle strade strette alle edicole mariane, dal mare alle colline. Un ambasciatore dell’arte ligure, un poeta – come ha scritto Silvia Bottaro curatrice della mostra – per immagini, mai leziose e già viste, infatti, il suo creare dal vero lo ha portato, sempre, alla ricerca di geometrie, scorci, luci diverse, che hanno contribuito a definire la sua cifra personale quale pittore.
Personalità schiva, riflessiva tanto da dedicare molta passione alla pittura dal vero ed a quella intensa del ritratto di alcuni suoi Familiari.
Legato alla vivacità dei protagonisti delle moltissime mostre organizzate nella “mitica” Galleria di piazza dei Consoli di Savona.
Illustratore, disegnatore ironico e curioso dei tipi della vita savonese (dai pugilatori, ai giornalai).
Le tele che più sono presenti nel ricordo collettivo sono quelle dedicate, per esempio, al porto di Savona, alla vecchia stazione, a certi interni di cortile, alla Processione del Cristo Risorto. Questo è l’articolato “atlante” delle immagini più care a Carlo Bossi, che lo identificano con l’essere un uomo fermamente attaccato alla cultura materiale della sua Città: le strade strette (i carruggi), le edicole mariane, le memorie, la gente, il mare,le prime colline di Savona. Bossi in questo suo parlare autonomo ed originale, genuino e diretto ci ricorda da vicino la poetica dell’espressione sincera e grande di Beppin da Ca’ (Giuseppe Cava).
Sempre attento al lessico dell’arte con la “a” maiuscola dove si è trovato tra i grandi protagonisti dell’ ”arte viva” in Liguria, come ha scritto Emilio Zanzi (1954) assieme, tra gli altri, a Peluzzi, Collina, Agostani, Pacetti, Caldanzano, Bozzano, Cabiati, Bertagnin.
Un creativo fecondo, presente fino agli anni Settanta con una vena poetica particolarmente felice sia nel bagaglio del disegno (non si possono dimenticare i suoi numerosi bozzetti a matita, a carboncino dedicati, anche, alla natura montana dei paesaggi dove trascorreva i suoi periodi di riposo), sia in quello di una tavolozza molto personale, dove i ritmi coloristici scandiscono i volumi con intensità, pure, vibrante.
Così le sue nature morte (lampade, fiori, vasi, scarponi) vivono in un’aura “preziosa”.
Carlo Bossi ha scritto pagine di poesia intensa, forse trascurata negli ultimi decenni anche dalla critica più paludata, ma ben presente nelle collezioni private (non soltanto liguri) dove la sua eleganza del colore, la vivezza di certi scorci sono “pagine” del suo viaggio di uomo e di artista ancora in gran parte da rivelare e inserire criticamente nel più vasto panorama della cultura artistica del Novecento.