Altare (SV) 1904 – Pieve Ligure (GE) 1969
Enrico Bordoni pittore che ha operato in Liguria
Enrico Bordoni oltre a Savona ha vissuto a Firenze e a Milano dove ha insegnato all’Accademia di Belle Arti di Brera.
E’ uno dei fondatori del Movimento d’Arte Concreta italiana e fa parte all’Art Club.
Ha partecipato a tutte le più importanti esposizioni d’Arte in Italia ed all’Estero.
Egli, tra le altre, è stato invitato: nel 1930, 36, 40 (mostra personale), 42, 48, 50 e 58 alla Biennale internazionale d’Arte di Venezia, alla Quadriennale di Roma del 1931 con il dipinto Paesaggio, alle Mostre ltalia-Francia, alla Biennale di San Marino, alla Mostra Mercato di Palazzo Strozzi di Firenze. alla Biennale internazionale Premio Carnegie di Pittsburg. al Salon de Mai di Parigi, alla Biennale del Museo di Cincinnati, al Prix de la Peinture Abstracte a Losanna.
Ha partecipato a molte Esposizioni Interprovinciali del Sindacato Fascista di Belle Arti di Genova.
Ha allestito Mostre Personali in Italia ed all’Estero ed ha opere nei principali Musei, Gallerie d’Arte Moderna e Raccolte Private.
Ha vinto importanti Premi tra i quali il Premio del Ministero della Pubblica istruzione alla Biennale di Venezia e il Gran Premio internazionale alla Triennale d’Arte Decorativa di Milano.
Si sono inoltre occupati della pittura di Bordoni tra gli altri con saggi, presentazioni di mostre personali, critiche su giornali e riviste: Apollonio, Argan, Ballo, Borgese, Crispolti, Chiecchi, Dorfles, De Grada, Gatto, De Micheli, Galvano, Kaisserlian, loppolo, Longhi, Marchiori, Marsan, Marussi, Masciotta, Masini, Miele, Ponente, Ragghianti, Russoli, Sauvage, Valsecchi, Venturi.
Enrico Bordoni si è mantenuto fedele ai principi fondamentali della sua ricerca: da lungo tempo egli persegue un ideale di purezza compositiva, di essenzialità dei rapporti formali e cromatici, con una fiducia che nessuna moda e nessuna tentazione hanno potuto indebolire.
A volte, in certi periodi, durante parentesi di lavoro più sperimentale, ha inserito nella sua pittura elementi più francamente decorativi, sovrapposti al tessuto geometrico di base (e ricordo per esempio alcune articolazioni liberty), ma esse non hanno mai intaccato l’ordine perentorio delle composizioni.
Da questa esperienza ha tratto un arricchimento, una possibilità per continuare il suo discorso in maniera nuova.
Un’essenzialità, infatti, non vuol dire immobilità; la certezza geometrica non elimina l’inquietudine, se mai la controlla. Alle origini della sua ricerca c’è dunque la geometria.
Una geometria elaborata dalle indicazioni provenienti dalle poetiche neoplastiche, che regola costantemente gli organismi strutturali, che dimensiona, delimitandole, le zone cromatiche, che costruisce quindi rapporti di colori ridotti e altrettanto essenziali.