Vado Ligure (SV) 1897 – 1985
Renzo Bonfiglio pittore ligure
Renzo Bonfiglio è stato pittore e frescante (affrescò il catino del Santuario del Bambino di Praga ad Arenzano) “di straordinaria qualità” (L. Pennone, 1978), alieno dalle mode, dalla pubblicità.
Ha lavorato perfezionando il suo stile e la carica di spiritualità che possedeva creando composizioni armoniche, con belle prospettive ed effetti di luce morbidi, teneri, intensi.
Possedeva il dono del disegno, sempre sicuro, felice che mirava al traguardo dei sentimenti fondamentali dell’esistenza.
A lungo è stato considerato in ombra nel panorama dell’arte ligure confondendo il suo naturalismo con la maniera; Bonfiglio per sessant’anni è rimasto fedele alla sua visione dell’arte, lavorando nella sua casa-studio di Porto Vado, collocata davanti al mare.
Egli possedeva saldamente il mestiere appurato presso la bottega paterna (suo padre Giuseppe era titolare di una ben avviata bottega di decorazione murale), abbinato all’ispirazione, all’ingegno, al sentimento vero.
A Torino, ha frequentato l’ Accademia Albertina di Belle Arti (1924).
Tornato a Vado subito dopo la prima guerra mondiale, ha incontrato Arturo Martini che negli anni Venti del secolo scorso ha influenzato non poco molti giovani sensibili alle problematiche dell’arte (da Achille Cabiati a Bonfiglio, da Nencioni a Raimondi, a Collina).
Le prime sue prove con la tecnica ad olio risalgono a quel periodo.
Partecipa con successo alle Sindacali liguri.
Predomina la figura risolta con vigore plastico, immersa con statuaria solennità in un’aura senza limiti di tempo e di spazio.
Una svolta stilistica è stata l’adesione al realismo espressionista di Egger Lienz.
Ha partecipato a poche mostre, sarà Renzo Aiolfi nel 1972 a rompere quel tipo d’isolamento presentandolo nell’atrio del Palazzo civico di Savona.
Tra il 1930 ed il 1940 la sua tavolozza si arricchisce di tinte più cupe, tenebrose, anche violente.
Ha compiuto in modo autonomo ricerche che si possono definire d’avanguardia, arrivando alle deformazioni dei gesti, dei volti, seguendo una sorta di stimolo espressionista.
Tutto ciò lo effettua nel suo studio-laboratorio sulla via Aurelia, di fronte al cantiere delle navi in demolizione, sulla spiaggia dove lavorano i pescatori di Porto Vado: questo mondo sarà molte volte ripreso nei suoi quadri. Bonfiglio si dedicò, anche, alla scultura: una occasione importante fu la partecipazione al concorso per la statua del Sacro Cuore da inserire nella chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista a Vado Ligure.
Nel 1945 una sua personale a Savona lo fece notare ai critici per la severa preparazione e la particolare sensibilità pittorica, tanto da indurlo a ripresentarsi nel 1947 (Operai alle muffole, Bimbo malato, Fiori).
Alla ceramica rivolse attenzione in epoca assai tarda, quando ormai malato ed anziano dipingeva su piastrelle di ceramica alcune piccole teste di bambino e di donna.