Bevilacqua Romeo

Firenze 1908 – Savona 1958

Romeo Bevilacqua ceramista ligure


Romeo Bevilacqua nel 1919 si trasferisce ad Albisola dove sin da piccolissimo comincia a prendere confidenza con l’argilla.
Appena diciassettenne diviene direttore artistico della manifattura albisolese “Landa” di proprietà dell’industriale Ernesto Baccino e contemporaneamente segue i corsi di disegno all’Accademia Ligustica di Belle Arti di Genova.
Tra la fine degli anni Venti e i primi anni Trenta apre un piccolo studio privato denominato “Ars” ad Albisola Capo.

Poco più che ventenne entra a lavorare nella manifattura ceramica albisolese la “Fenice” di proprietà di Manlio Trucco di cui diverrà, dal 1933 al 1936, direttore artistico.
Nella seconda metà degli anni Trenta, chiamato da Tullio e Torido Mazzotti, inizia la sua collaborazione con la “M.G.A.” e, attratto dall’atmosfera modernista che si respira all’epoca nelle manifatture albisolesi, inizia a produrre opere di grande personalità ed estro che espone, insieme ad altri futuristi a varie edizione delle Triennali d’Arte di Milano.
Per la “Mazzotti” realizza opere sia nel tradizionale stile antico Savona che lavori di piccola plastica ornamentale, spesso a carattere caricaturiale, inoltre realizza, su disegni di Prampolini e Tato alcuni pannelli di piastrelle ceramiche.
Per la “M.G.A.” lavora per oltre dieci anni in un clima di massima libertà creativa realizzando ceramiche futuriste e opere umoristiche e caricaturiali che espone in una mostra personale di grande successo.
Nel 1933 è presente con alcune ceramiche alla I Mostra Nazionale Futurista di Roma e alla Mostra dei Prodotti Artigiani della I Settimana Albisolese.
Nel 1934 partecipa alla Prima Mostra di Plastica Murale di Edilizia Fascista organizzata a Genova da Fillia, Enrico Prampolini e De Filippis con la supervisione di Filippo Tommaso Marinetti.

Negli anni tra le due guerre collabora con la manifattura della famiglia Mazzotti e, saltuariamente, con la “Alba Docilia” di Adolfo Rossello realizzando lavori che spaziano dal futurismo agli stili tradizionali e antichi.
Romeo Bevilacqua dal 1944 torna a lavorare in proprio alla “Ars”.
Negli anni successivi alla seconda guerra collabora assiduamente con la manifattura “I.A.M.A.” di Giuseppe Giacchino.
Nel 1953 espone alla Fiera Artigiana di Vicenza una grande anfora dal titolo Giudizio Universale nella quale raffigura Leonardo da Vinci nell’atto di separare gli artisti reprobi, seguaci del cubismo e dell’astrattismo, dai seguaci della tradizione..
Alcuni suoi lavori sono oggi conservati nel Museo Mazzotti di Albisola.


Con una Retrospettiva del pittore ceramista Romeo Bevilacqua

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