Milano 1853 – 1937
Leonardo Bazzaro pittore che ha operato in Liguria
Leonardo Bazzaro fin da piccolo si appassiona all’arte ammirando le opere del Seicento lombardo presenti nella collezione paterna.
Tra il 1863 e il 1867 frequenta lo studio del pittore Gaetano Fasanotti che gli impartisce alcune lezioni private di pittura.
Nel 1868 si iscrive all’Accademia di Belle Arti di Brera, dove segue in un primo momento la Scuola di prospettiva e nel 1870 gli viene conferita una menzione d’onore per uno studio ad olio della Sacrestia settentrionale nel duomo di Milano.
Nel medesimo anno risulta iscritto anche alla Scuola di disegno di figura diretta da Raffaele Casnedi dove ottiene vari riconoscimenti.
Nel 1873, appoggiato anche dal maestro Giuseppe Bertini, titolare della cattedra di pittura, partecipa per la prima volta all’annuale rassegna braidense esponendo L‘interno della Basilica di Sant’Ambrogio a Milano e la Veduta interna della Chiesa di Sant’Alessandro sempre a Milano.
Sebbene impegnato a rinnovare i suoi modi pittorici, in questi anni la sua produzione predilige vedute prospettiche di interni di chiese e di noti palazzi milanesi, animate da piccole figure su modello di quelle di Giovanni Migliara e Luigi Bisi.
Tale interesse trova conferma nei titoli delle opere inviate negli anni immediatamente successivi alle varie rassegne pubbliche di Genova, di Firenze e di Torino, alle quali il pittore partecipa esclusivamente con vedute prospettiche.
L’nterno della Chiesa di San Vittore di Varese, esposto alla Promotrice di Genova del 1874 (Genova, Galleria d”Arte Moderna), e Il coro della Chiesa di San Vittore in Milano, presentato nello stesso anno sia a Milano che a Firenze.
Nel 1877 il maestro Bertini gli acquista, per la collezione del Museo Poldi Pezzoli, Il saccheggio, dipinto prospettico esposto a Brera nello stesso anno.
Nel 1878 vince il premio Fumagalli con Dopo il duello.
Leonardo Bazzaro sul finire degli anni settanta, in sintonia con le tendenze più innovative della pittura lombarda, inizia a sperimentare la pittura di paesaggio, spesso intervallandola a scene di genere en plein air animate da figure scattanti in primo piano e sullo sfondo da edifici resi prospetticamente.
Si colloca in questa fase Porto di Genova del 1882 circa che con altri piccoli dipinti e bozzetti testimonia una frequentazione nel primo decennio del XIX secolo nella città.
Una spinta decisiva verso la pittura del vero è data, a partire dal 1880, dai numerosi viaggi compiuti a Venezia e a Chioggia: la frequentazione della laguna diventa soggetto comune tra il suo percorso e quello di altri artisti lombardi come Filippo Carcano e Mosé Bianchi.
Lo stretto contatto con la natura lo porta nel contempo a dedicarsi alla realizzazione di paesaggi che ritraggono i dintorni di Cogne, le alture del Verbano e la Valsassina.
Nel 1880 presenta all’annuale rassegna braidense una serie di tele di soggetto veneziano che incontrano i favori del pubblico.
Un’affermazione definitiva giunge però nel 1882, quando espone, sempre a Brera, la toccante Ave Maria che lo consacra come uno dei più originali protagonisti del Naturalismo lombardo, a fianco di Filippo Carcano, Eugenio Gignous, Emilio Gola, Francesco Filippini altri ancora.
Negli stessi anni inizia a frequentare i circoli culturali milanesi allora in voga, e in particolare quello
postscapigliato.
Nel 1886 soggiorna a Miazzina, in Valle lntrasca, dove incontra Achille Tominetti.
Nel 1887 realizza la grande tela Sala del consiglio, Castello di Issogne in Val d’Aosta, esposta nello stesso anno alla Promotrice di Genova e poi a Brera, in occasione della quale ottiene l’ambito premio Principe Umberto.
Nel 1889 visita per la prima volta Gignese, forse su invito di Mosè Bianchi, Pompeo Mariani e Eugenio Gignous, e ottiene una medaglia all’Esposizione Universale di Parigi per il quadro A Chioggia.
Nel corso degli anni Novanta, la sua produzione continua a rimanere fedele alla poetica del naturalismo, rigettando i nuovi orientamenti artistici maturati in seno al dibattito sul simbolismo.
Durante questo decennio espone a Brera, alla Promotrice di Genova,Torino di Monaco (1890, 1891, 1892,1893, 1895, 1897), Berlino (1891, 1896), San Pietroburgo (1898), Zurigo (1899) e quella internazionale di Chicago (1893).
Nel 1897 è invitato alla Biennale di Venezia dove espone il quadro Orazione e alla III Triennale di Milano.
Nel 1906 si presenta all’Esposizione Nazionale di Milano con un nucleo cospicuo di nuove tele fra cui il maestoso Dopo il naufragio, alla mostra milanese del 1910 espone Aqua fontis, acquistata dalla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma; alla Permanente del 1914 il re Vittorio Emanuele III sceglie Prime simpatie per ornare il palazzo del Quirinale.
La Biennale di Venezia del 1914 gli dedicata una sala monografica dove sono esposte ventidue opere tra le più significative della propria pittura.
La Società delle Belle Arti ed Esposizione Permanete gli dedica un’importante mostra postuma nel 1934.