Tortona (AL) 1883 – Milano 1950
Angelo Barabino pittore che ha operato in Ligure
Angelo Barabino nacque a Tortona il 9 gennaio 1883, figlio di un produttore di formaggio, ultimo di otto fratelli.
Iniziati gli studi artistici all’Accademia di Brera a Milano, dal 1903 al 1907, lavorò presso lo studio di Pellizza da Volpedo conosciuto tra il 1899 e il 1900, dal quale apprese la tecnica divisionista.
Nel 1914 venne presentata una sua personale ad Alessandria.
Le opere di questi anni, rigorosamente divisioniste, sono le più pregevoli della sua ampia produzione.
Partecipò alle esposizioni di Parigi, Bruxelles ed Amsterdam.
Dopo il 1920, in seguito ad infermità si ritirò dall’attività espositiva e si dedicò a dipingere paesaggi lombardi.
Divisionismo e simbolismo improntano infatti le prime opere, come “Il Sole” del 1907 o “Rapina”, che rappresenta coraggiosamente, per i tempi, una giovane donna dopo uno stupro. “L’annegato” del 1909 riprende con drammaticità un altro tema di Pellizza, ma lo tratta in maniera diversa, più accesa ed immediata.
I soggetti sociali e famigliari sono sempre presenti, anche negli anni Venti-Quaranta, quando le forme si fanno più solide e taglienti, mantenendo intatto l’interesse per la luce.
Ma la grande poesia di Angelo Barabino si coglie nei paesaggi che ripropongono i luoghi amati, i pascoli e le prealpi della Val Sangone, il tramonto al parco di Rosano, la campagna tortonese, il mare e le colline liguri, che il pittore frequenta spesso , soprattutto dal 1916 al 1918, entrando in contatto con altri maestri del divisionismo.
Altre sue opere “Pascolo alpestre” (1908), “Fiori selvatici” (1909), La pietà (1932).
Nel 1953 si tenne a Milano, con 59 opere, la prima mostra antologica retrospettiva che l’artista abbia avuto.
Voluta dal Comune di Tortona a Palazzo Guidobono, nel 2005 è stata ordinata un’importante mostra dedicata al pittore tortonese, maestro della luce e del colore.
Le oltre 70 opere radunate seguono un filo temporale che si dipana nei decenni di attività a cavallo dei due conflitti mondiali, un ideale percorso alla riscoperta dell’amore di Angelo Barabino per la sua terra, le sue atmosfere, i suoi colori, un sentimento cui spesso si univa una tenace ricerca di spiritualità ed impegno sociale.