Milano 1924 – Vergiate (VA) 2003
Enrico Baj pittore e ceramista che ha operato in Liguria
Enrico Baj fra i più importanti artisti italiani degli anni Cinquanta e Sessanta, dopo la seconda guerra mondiale studiò Facoltà di Giurisprudenza (che completò diventando avvocato) e frequentò parallelamente dell’Accademia di Belle Arti di Brera.
Si accosta all’arte ceramica nei primi anni Cinquanta stimolato da Lucio Fontana che, nel 1954 gli procura un lavoro presso la manifattura “M.G.A.” dei Mazzotti di Albisola.
Due anni dopo, terminata l’esperienza nella fornace dei Mazzotti, Baj rimane ad Albisola e utilizza per la cottura dei suoi lavori le fornaci della “Ce.As.“.
L’esperienza della ceramica è per Enrico Baj un punto di riferimento che gli permette di passare dalla bidimensionalità della materia pittorica alla ricerca della sperimentazione di nuovi materiali.
Nel 1951 tenne la prima personale alla Galleria San Fedele di Milano, dove espose opere informali; nello stesso anno fondò insieme a Sergio Dangelo il Movimento della Pittura Nucleare.
Nel 1954 insieme ad Asger Jorn, fondò il Mouvement international pour une Bauhaus imaginiste schierandosi contro l’eccessiva razionalizzazione e geometrizzazione dell’arte, in polemica con la Scuola di Ulm di Max Bill.
Nel 1954 organizza, insieme a Asger Jorn, Sergio Dangelo, e Tullio d’Albisola la manifestazione “Incontri Internazionali della Ceramica” alla Galleria del Vasaio in Albisola.

La mostra viene riproposta nello stesso anno alla X Triennale di Milano.
i due artisti diedero vita agli Incontri internazionali della ceramica ad Albissola Marina presso le Ceramiche Mazzotti, ai quali parteciparono Lucio Fontana, Emilio Scanavino, Karel Appel, Guillaume Corneille, Roberto Matta, Aligi Sassu, Édouard Jaguer e altri
Nel 1957 firmò il manifesto Contro lo stile che voleva affermare l’irripetibilità dell’opera d’arte.
Per Enrico Baj furono anni di grande riflessione e scambio intellettuale grazie ai contatti con artisti internazionali come Lucio Fontana, Piero Manzoni, Joe Colombo, Lucio Del Pezzo, Giò Pomodoro, Max Ernst, Marcel Duchamp, Yves Klein.
Nella sua ricerca artistica, che si esprime attraverso collage polimaterici e policromatici, si possono distinguere due tendenze: una più ludica e ironica, in cui prevale il piacere di fare pittura con ogni sorta di materiale, e una più sarcastica, contrassegnata da un forte impegno civile che si esprime nei Generali e nelle Parate militari degli anni Sessanta, e ancor più nelle opere degli anni Settanta, come I funerali dell’anarchico Pinelli (1972) e l’Apocalisse (1979).
Da qui in avanti la sua critica alla contemporaneità si fa sempre più forte.
Nella serie Metamorfosi e Metafore (1988) Baj sviluppa un immaginario dominato dal kitsch, unico stile che secondo l’artista riesce a rappresentare la cultura odierna.
Degli anni Novanta sono i cicli delle Maschere tribali, dei Feltri e dei Totem che vogliono esprimere il primitivismo moderno riciclando gli oggetti di uso quotidiano.