Torino 1836 – 1910
Vittorio Avondo pittore che ha operato in Liguria
Vittorio Avondo dopo un breve periodo di formazione all’Accademia di Pisa, frequentò lo studio di Alexandre Calame a Ginevra (1852-1856).
Liberatosi dal virtuosismo accademico, dopo un soggiorno a Parigi in occasione dell’Esposizione (1855) in cui venne a contatto con la scuola di Barbizon, si dedicò alla pittura di paesaggio con accenti di schietto verismo ma anche di armoniosa cromia, ormai lontano dal virtuosismo del gusto accademico fino ad allora imperante.
Si trasferì a Roma (1857) e conobbe Nino Costa, Mariano Fortuny e Alfredo D’Andrade assieme al quale frequentò la Liguria.
Entrò in contatto con Carlo Pittara e la scuola di Rivara (1862) inserendosi fra i maggiori rappresentanti della pittura piemontese dell’800 con un proprio accento grave e pacato.
Tra le opere di soggetto ligure Pescatori in Liguria e Bordighera entrambi databili al 1862.
Dotato di una raffinata sensibilità per rapporti cromatici delicati, dà del paesaggio un’interpretazione sottilmente malinconica, in chiave elegiaca.
Le sue cose migliori sono le più sobrie: vasti spazi di cieli che si riflettono nell’acqua e sottili strisce di terra, un naturalismo poetico che segna un accordo tra la “poesia” della scuola di Vanchiglia e la “prosa” della scuola di Rivara.
Si trasferì poi a Firenze (1865) dove frequentò i Macchiaioli; i suoi soggetti preferiti furono paesaggi nei quali si afferma la vena aristocratica del pittore: composizioni di raffinata semplicità, basate su poche zone di colore tenue e quasi scarno, giustamente intonate, da cui emana un senso solenne e affettuoso della natura.
Divenne stimato archeologo e restauratore di monumenti antichi. Riordinò il Museo del Bargello di Firenze.
Rientrato definitivamente a Torino comprò e restaurò con De Andrade il castello di Issogne in Valle d’Aosta che donò alla Stato italiano.
Partecipò alla costruzione del borgo e del castello medievale di Torino nel parco del Valentino (1884).
Nominato Direttore del Museo Civico di Torino (1890-1910) fece acquisire al Museo importanti opere d’arte qualificando le raccolte del museo.
Espose alla Promotrice di Torino dal 1856 al 1907; al Circolo degli Artisti iniziò ad esporre solo nel 1863 fino al 1906; partecipò alla biennale di Venezia nel 1912, 1928 e 1938.