Celle Ligure (SV) 1916 – 1998
Raffaele Arecco pittore ligure
Raffaele Arecco pittore avendo genitori amanti dell’arte e del bello, possono riconoscere e apprezzare la precoce inclinazione del figlio per l’arte.
Il padre affida al professor Giorgio Matteo Aicardi di Genova la formazione artistica, ma sarà il docente stesso a dire ai genitori, dopo aver osservato alcuni dei suoi lavori: “A questo ragazzo non ho nulla da insegnare”.
Arecco prosegue la sua formazione da autodidatta, sperimentando, nel suo studio, nuovi contenuti e
nuove forme tecniche ed esponendo occasionalmente i lavori a Celle.
Verso la fine degli anni Trenta avviene per Arecco un incontro importante: conosce Enrica Spotorno,
milanese che soggiorna sovente a Celle, collezionista, profonda conoscitrice dell’arte contemporanea. Enrica Spotorno, che aprirà pochi anni dopo una Galleria d’arte nel centro di Milano, la Galleria Spotorno in via Moscova, comprende in modo profondo il significato dell’opera di Arecco, trasmettendo ai figli, in particolare a Guglielmo, estimatore e amico del pittore, la passione per la sua opera artistica.
Inizia per il pittore un momento importante per la sua carriera con l’occasione di esporre e far conoscere fuori di Celle il proprio lavoro.
Nel 1946 espone le sue opere a Genova, dove riceve i complimenti dal capo provvisorio dello Stato, Enrico De Nicola; nel 1950 riceve il Premio Costa a Celle, mentre risale al 1952 la sua partecipazione alla IV Quadriennale di romana, dove presenta un “Cristo” apprezzato da papa Pio XII attraverso una lettera firmata dall’allora prosegretario di Stato, monsignor Montini, il futuro Paolo VI.
Nel 1953 la prestigiosa Galleria Bergamini di Milano organizza una mostra personale, dove viene apprezzato da importanti personalità.
L’artista è davanti a un bivio: abbandonare Celle e trasferirsi nella città lombarda per seguire una carriera
internazionale che si prospetta ricca di occasioni o restare nel suo paese.
Raffaele Arecco, dal carattere schivo e avulso dai sistemi del mercato dell’arte contemporanea, sceglierà
di non abbandonare mai il suo paese natale, che ama e in cui vuole trascorrere la vita, dedicandosi a un’arte che è un mezzo espressivo libero e autentico.
Nel 1961 espone le sue opere a Milano, nella Galleria Spotorno, e nel 1969 è chiamato a un’altra personale alla Galleria Bergamini, dove espone le prime figure appartenenti all’uomo stellare.
Da questo momento la ricerca di Arecco prosegue in modo intenso, ma rimane su un piano strettamente personale, declinando i frequenti inviti all’allestimento di mostre personali.
Tanto si intensifica il suo isolamento, quanto cresce la voglia di ricercare, tramite la pittura, nuove dimensioni in cui l’uomo si possa muovere libero, approfondendo il tema, ormai predominante nella sua
opera, del “pensiero stellare”, dove l’uomo, privo della fisicità corporea, può muoversi libero in un’altra dimensione.
Nel 1977 l’amministrazione comunale di Celle gli dedica una mostra antologica in occasione dell’inaugurazione della nuova Sala consiliare, altra mostra celebrativa nel 2010, La mostra raccoglie 12 disegni e 20 dipinti spaziando dalle prime opere legate ancora a un linguaggio figurativo e ai temi dei pescatori e delle raccoglitrici di olive degli anni Cinquanta, sino ai lavori più innovativi, quali “Pensiero cosmico” del 1971, “Uomo stellare” del 1974 e la serie “Uomo nello spazio” degli anni Novanta.
Ha scritto il critico Luciano Caprile a proposito delle opere dedicate al tema dell’uomo nello spazio all’interno del catalogo della mostra, edito da Sabatelli, disponibile in mostra: “ Il tormento esistenziale innescato dalle nuove imprese spaziali (…) accendono la coscienza della solitudine a causa di un orizzonte da proiettare oltre, ben al di là di ogni romantico sguardo. La nostra ipotetica collocazione nel cosmo viene raccontata da Raffaele Arecco”.