Provenienza, soggetto, rarità e perfezione fanno di un dipinto qualcosa più di un dipinto: un premio.
Steve Martin
Collezionisti e arte.
Collezionisti e valore dell’arte in Italia è la prima edizione di una serie di studi dedicati al mercato dell’arte promossi, da Intesa Sanpaolo Private Banking, banca del Gruppo Intesa Sanpaolo che da molti anni fa dell’arte e della cultura parte integrante del proprio modo di “fare banca”.
Collezionisti e arte.
Il mercato dell’arte e dei beni da collezione è considerato, ormai da più di un decennio, un settore economico consolidato, oggetto di crescenti attenzioni da parte di analisti, studiosi, istituti di credito e investitori istituzionali.
Se prima i collectables erano percepiti come “beni rifugio”, sebbene pochi collezionisti acquistassero per investire, ora sono reputati strumenti finanziari e investimenti autonomi, alternativi – o per meglio dire complementari – a quelli più tradizionali, in rappresentanza di una distinta asset class.
La produzione artistica ha costruito le condizioni per un mercato del tutto particolare fondato sulla rarità di oggetti portatori di valori irriproducibili derivanti dal genio individuale.
Si tratta di un mercato di beni di lusso che rientra in quello che Pierre Bourdieu ha definito dei beni simbolici.
E’ certo che l’opera di valore economico rivela più di qualsiasi altro oggetto una particolare identità sociale, comunica la raffinatezza del gusto di chi l’ha acquistata e dunque la sua appartenenza ad un èlite culturale.
Come osserva Donald Thompson: “non c’è nulla che puoi comprare con un milione di sterline che produca tanto status e riconoscimento di un’opera d’arte”
Dei quadri moderni si capisce una sola cosa: la firma.
Ephraim Kishon