Genova 1921 – Borghetto Santo Spirito (SV) 2008
Gigi (Luigi) Caldanzano pittore ligure
Gigi (Luigi) Caldanzano figlio d’arte, il padre Luigi Enrico fu un celebre cartellonista nel primi anni del Novecento.
Si trasferisce giovanissimo nel savonese.
Il suo primo incontro importante è con Mario Gambetta.
Nel 1937, proprio Gambetta è parte di una giuria che deve giudicare le capacità artistiche del giovane pittore. Nasce così il sodalizio con il pittore d’origine romana. Immediatamente dopo entra in contatto con l’ambiente futurista savonese che annoverava talenti come Farfa e Acquaviva.
Si allontana progressivamente dal futurismo per riavvicinarsi ai temi della natura e approdare al gruppo del “ Cavallino Rosso”, nel 1948.
Il “’Cavallino rosso” nasce dalla collaborazione tra Caldanzano, Mario Bonilauri, Gian Mario Pollero e Achille Cabiati e sotto la guida del critico Franco Dante Tiglio.
Questi anni coincidono con la nascita e lo sviluppo di una delle tematiche cui il Maestro resterà più legato: un mondo di provincia esaminato e ritratto con una sottile vena ironica.
Comincia in quegli anni l’amore per Il tema della vita di provincia che caratterizzerà Caldanzano per tutta la sua carriera.
Gli artisti tengono alcune mostre di gruppo, ma il gruppo si scioglie dopo pochi mesi.
Gigi (Luigi) Caldanzano si avvicina poi all’arte della ceramica, praticata a Pozzo Garitta di Albissola intorno agli artisti che celebrano, insieme a Tuilio d’Albisola, la rinascita di quell’antica forma di artigianato inizia dalla frequentazione della fornace “Pozzo Garitta”, per passare alla “Mazzotti” alla “Fenice” ed alla “Ceramica Italia” e per approdare infine alla “Ceramica San Giorgio” in cui operano gli amici Eliseo Salino, Giovanni e Piero Poggi. Proprio in questa celebre manifattura realizza il suo ultimo lavoro: i piatti della “Processione del Venerdì Santo”.
Caldanzano, pur lontano dagli interessi per le avanguardie, diviene a tutti gli effetti uno dei protagonisti della stagione albisolese degli anni Cinquanta e Sessanta capitanata da Lucio Fontana.