Torino 1889 – Canelli (TO) 1962
Domenico Valinotti pittore che operato in Liguria
Domenico Valinotti solo per alti meriti artistici ebbe la cattedra di Figura al Liceo dell’Accademia Albertina, dove insegnò per un ventennio amato e apprezzato dai numerosi allievi con i quali stabilì un profondo legame spirituale, artistico, affettivo che si protrarrà nel tempo
Fu pittore moderno, autodidatta, assorbì quasi senza accorgersene i succhi più sapidi della tradizione, che per lui fu soprattutto quella del paesismo, a suo modo” impressionistico”, dei Piemonte fine Ottocento, captò nell’aria, senza bisogno di rifarsi a modelli precisi, quel solenne ordine geometrico che Cézanne aveva imposto alla natura.
Poté così, senza bisogno di formali atti di adesione, costeggiare il “Novecento”.
Paesaggi come quello di Varigotti, del 1922, che gli valse trentasei anni dopo il premio Bagutta, sono estremamente indicativi al riguardo: sulla riproduzione fedele delle cose si imprimono senza sforzo una semplificazione di forme, una costruttività di colori, un ordine non perentorio di composizione, che li accostano alla visione “novecentesca”, entro la quale si distinguono per una particolare, e tutta lirica, tenerezza di modulazione di forme e colori. S
egue una fugace incursione nei campi della “pittura metafisica” e del surrealismo.
Il filone centrale della pittura di Valinotti, la sua vena più schietta riprende il suo corso a partire dai paesaggi del ’33.
Un progressivo arricchimento della materia pittorica, un allargarsi di orizzonti, un infoltirsi della pennellata, un approfondimento degli effetti di luce sono i segni sempre rinnovati di una visione affettuosa sempre ma più appassionata della natura.
Da questo momento il corso del pittore è rettilineo, ed è sempre un sentimento di cordiale adesione al vero che, con accenti e sfumature diverse, investe i paesaggi delle langhe piemontesi o quelli delle Prealpi, o della Riviera Ligure.
Più rare ma spesso altrettanto significative nature morte.
Domenico Valinotti espone alla Biennale di Venezia (1922, 1924, 1926, 1928, 1930, 1932, 1934, 1936, 1940, 1942, 1948, 1950), spesso con Mostre personali; così dicasi per le Quadriennali Romane (1931, 1935, 1939, 1943,1948,1959). , alle Mostre Internazionali di Berlino, Parigi, Lipsia, Monaco, San Paolo del Brasile, ecc.
Espose, invitato, alla Mostra Internazionale di Pittsburgh del 1935. Opere sue sono nei principali Gallerie d’Italia.
Ebbe il Premio Sambuy alla Quadriennale Nazionale di Torino del 1938 per la migliore opera di pittura e il Premio degli Artisti alla Quadriennale Nazionale di Torino del 1942.
Premio Bagutta (ora Vergani-Spotorno) del 1958 da lui ambitissimo.
La prima Mostra Postuma tenutasi a Torino al “Piemonte Artistico e Culturale“, nel 1963, rivela la continuità pittorica di Domenico Valinotti, rendendo palese al Pubblico la sua onestà di Artista.