Genova 1840 – 1915
Giovanni Scanzi scultore ligure
Giovanni Scanzi all’età di 12, Scanzi entrò nella bottega dello scultore Santo Varni, dove iniziò spolverando statue e gradualmente sviluppato le sue abilità.
Varni all’epoca era professore presso l‘Accademia Ligustica, e incoraggiò il suo protetto all’inizio degli studi.
Nel 1863 Scanzi vinse la pensione Durazzo, grazie alla quale poté andare a Roma a continuare gli studi. Lì incontrò Giulio Monteverde, anch’egli vincitore del premio di Roma
L’allunnato con Santo Varni gli permise di raccogliere l’eredità di cultura e di prestigio, del maestro anche per quanto riguarda il ruolo di docente presso l’Accademia dal 1897 al 1892.
Nel 1863. grazie alla vincita di una pensione, poté recarsi a studiare a Roma.
Tornalo a Genova, espose più volte alla Promotrice (1867. 1880, 1884) della cui commissione di ammissione fece parte dal 1877 al 1896.
Dal 1879 al 1892, Scanzi fu professore all’Accademia Ligustica.
Luigi Brizzolara, Eugenio Baroni e Francesco Messina furono tra i suoi studenti
Svolse un’intensa attività, lavorando per committenti italiani ed esteri. prevalentemente ma non soltanto, come scultore di monumenti funerari.
Giovanni Scanzi fu autore anche di una cospicua statuaria devozionale e di molti ritratti a carattere verista.
Influenzato dalla lezione di Vincenzo Vela, si distaccò dalla ripetuta analisi del dettaglio così come veniva proposto dal “realismo borghese” per una maggiore interpretazione psicologica ed emozionale dei personaggi, ottenendo nelle opere meglio riuscite, una piena adesione al realismo, lontana da contaminazioni di genere.
Le opere di Scanzi si possono trovare in tutta Genova, comprese le aree pubbliche, la Basilica di Santa Maria Immacolata, la Chiesa del Sacro Cuore e San Giacomo e altre chiese. Il Cimitero monumentale di Staglieno contiene circa 50 monumenti creati da Scanzi, tra cui le tombe di Carlo di G.B. Casella (1877), Giacomo Carpaneto (1886), Elisa Falcone (Cippo No.1024, 1893) e Giacomo Pastorino (1896)