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Pieve di Teco (IM) 1903 – Savona 1968 

Emanuele Rambaldi pittore ligure

Emanuele Rambaldi dedicatositosi all’arte molto giovane dimostrò subito, pur essendo autodidatta, una notevole capacità di approfondimento senza mai cadere in una visione artistica provinciale, prestando anzi una particolare attenzione ai movimenti pittorico-culturali europei.
Egli può essere considerato chiavarese a tutti gli effetti, essendo giunto a Chiavari giovanissimo e quivi formatosi come artista e come uomo di cultura.
S’interessò tra l’altro della valorizzazione di Chiavari come centro artistico, seguendo con tenacia la realizzazione della Quadreria di Palazzo Torriglia.
La sua prima formazione ufficiale va ricercata nel movimento del secondo Futurismo (Fillia, Farfa); esemplificativo di ciò è il dipinto Tabarin del 1920.
Più tardi si avvicina al movimento del Novecento Italiano, formatosi a Milano nel 1925 ad opera della Sarfatti e con Alberto Salietti come validissimo segretario.


In particolare il Rambaldi soffermerà la sua attenzione sull’aspetto del così detto “realismo magico”, del quale Ubaldo Oppi è il massimo esponente.
Il Rambaldi degli anni ’20 non sarà neppure immune da attrazione verso la metafisica di De Chirico e Carrà, rimanendo però un pittore originale con le sue atmosfere che richiamano l’aria di Liguria:  Vecchie case sugli scogli del 1927.
Nel 1925 Emanuele Rambaldi costituirà, unitamente ad Attilio Podestà, Pescini, Falcone e Pierazzi, il “Gruppo d’azione d’arte” a Chiavari, primo movimento artistico moderno in Liguria.
Nello stesso periodo operò, anche, il gruppo futurista “Sintesi”.

 

Emanuele Rambaldi nel 1929 tiene una personale alla LXXVII Promotrice Genovese.
Verso il 1935, dopo aver eseguito alcune composizioni cubiste, Rambaldi si dedicherà in particolar modo al paesaggio, vedute liguri e parigine ed alla natura morta.

Il tratto sempre nitido, ma con le forme meno geometriche, fino a giungere alla pittura degli anni ’50, segnati dall’esperienza francese e parigina in particolare, con una pittura che risentirà in maniera più marcata delle tendenze post-impressioniste, manifestando in seguito un colorismo assai pronunciato ed una pittura quasi materica.
Chiari i richiami ai pittori francesi Matisse, Bonnard e Renoir.
Rambaldi ottenne, anche, notevoli risultati con la sua attività di disegnatore e acquafortista. In questa disciplina ottenne premi importanti, nazionali ed internazionali, fu socio degli “Incisori d’Italia”Molto intensa la sua attività espositiva.
Dal 1928 al 1948 ha partecipato a tutte le Biennali di Venezia, dove nel 1940 ha avuto una sala personale.

Rambaldi ha esposto poi alle mostre Nazionali di Roma, Milano, Torino e alle Quadriennali romane, alla mostra di Arti Decorative di Monza e Milano, oltreché a numerose esposizioni all’estero.
Sue opere figurano all’Accademia Ligustica di Genova  Marina Giulia, alla Galleria d’Arte moderna di Genova Nervi ; Strade in Liguria e Case di Varigotti, alla Galleria d’Arte Moderna di Torino, alla Galleria Nazionale di Roma e nelle Quadrerie municipali di numerose altre città italiane.
Rambaldi, dal 1946 al 1962 è stato direttore e titolare della cattedra di nudo all’Accademia Ligustica di Genova.
Prese parte, pertanto, a tutte le Mostre regionali e nazionali di Roma, Firenze, Milano, Torino, Palermo. Fu invitato a parecchie edizioni della Internazionale di Venezia e delle Arti decorative di Monza, Milano, Bruxelles. Partecipò, inoltre, alle Mostre d’Arte Italiana a Berlino, Augusta, Colonia, Stoccarda, Monaco, Lipsia, Amburgo, Dresda, Vienna, Cleveland, New York, Los Angeles, Baltimora, Praga, Varsavia, Sofia, Bucarest, Tallin, Helsinki, Kaunas, Buenos Aires, Rosario, Sidney, Melbourn

La mostra “Emanuele Rambaldi. Antologica” a cura di Franco Ragazzi del 2007, mise in luce almeno cinque opere della preistoria del pittore chiavarese (tocchi di colori puri, alternati ed apprezzati), autentiche premesse della formazione del citato gruppo d’azione, e precisamente: Entrata al tabarin (1920); Il pollaio (1922); L’antro dei vizi (1922); Bai-tabarin (1922); Controluce (1922).

Entrata al tabarin, 1920 (Fondazione Ragghianti)

2007

Otre che pittore, fu dsegnatore e acquafortista.
Ebbe premi importanti, nazionali ed internazionali.
Fu socio degli “Incisori d’Italia”

Si avvicina all’arte della ceramica nel 1927 collaborando con la “Fenice” in Albisola Capo e intorno agli anni Trenta lavora come modellatore e pittore presso la manifattura “I.L.C.A.” (Industria per la Lavorazione di Ceramiche e Affini) di Nervi.
Tra il 1928 e il 1930 dipinge per la “I.L.C.A.” alcune sculture modellate da Arturo Martini simili a quelle realizzate dallo scultore nel 1926-27 presso i laboratori della manifattura la “Fenice” di Albisola e dipinte da Manlio Trucco.
Alcuni vasi dipinti da lui sono presentati alla Triennale di Monza del 1930 ed esposti sugli scaffali della società “DIANA” (Decorazioni Industrie Artistiche Nuovi Arredamenti) accanto ad alcune sculture di Arturo Martini.

Alcune opere alla Biennale di Venezia

 

Autoritratto, 1925

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