Francavilla al Mare (CH) 1906 – Genova 1969
Lelio Pierro pittore ligure
Lelio Pierro dopo aver conseguito la Laurea in Medicina, non esercitò mai la professione per dedicarsi completamente all’attività di pittore.
Tra i protagonisti del secondo Futurismo, Lelio Pierro merita una adeguata riscoperta e una doverosa storicizzazione, soprattutto con riferimento a quella significativa stagione di avanguardia marinettiana che lo vide strettamente collegato alle sorti di Alf Gaudenzi, pittore, scultore, illustratore, scenografo, giornalista e ceramista genovese, amico e collaboratore di Massimo Bontempelli.
Nel 1930 con Alf Gaudenzi fondò il “Gruppo Sintesi”, pittori d’avanguardia (Dino Gambetti, Tullio Mazzotti, Edoardo Alfieri, Luciano Lombardo, Libero Verzetti e Giacomo Picollo), protagonisti tutti della XXI Esposizione della Società Amici dell’Arte e sostenuti da Filippo Tommaso Martinetti. e partecipando poi a Genova alla Prima mostra del Gruppo nel 1931.
Si tratta di frangenti di estrema innovazione linguistica, che tuttavia non escludono, per Pierro, l’orizzonte di un’ulteriore evoluzione stilistica in coincidenza con gli anni Cinquanta, quando l’artista maturerà la svolta informale.
D’ora in avanti la sua revisione del dinamismo futurista nell’ambito di un’impaginazione compositiva di matrice segnica, si accompagnerà alla militanza organizzativa, sia in qualità di promotore del “Centro della Gioventù”, sia in veste di critico d’arte e collaboratore di diverse riviste e quotidiani nazionali.
Ricoprì anche la prestigiosa carica di Presidente dell’Associazione ligure degli Artisti e fu anche acuto critico d’arte.
Dopo una pausa dell’attività riconducibile al periodo della guerra, partecipò a importanti rassegne d’arte: nel 1947 al Premio Lavagna e nello stesso anno alla mostra Bianco e Nero Contemporaneo, al Premio Diano Marina, Premio Albisola, alla I Rassegna della Pittura ligure a Savona nel 1964, al Concorso Nazionale “Uomini e Storia d’Italia” a Napoli nel 1968.
Lelio Pierro partendo da una tipologia di pittura collocabile in un ambito cubo-futurista si è poi evoluta a partire dagli anni Quaranta in un’astrattismo di tipo segnico-futurista, riconoscibile per il particolare e marcato cromatismo.
Da ricordare che a cura di Balestreri nel 1972 fu allestita una mostra antologica postuma presso la Galleria Il Punto di Genova.