Vizzini (CA) 1887 – Genova 1945
Rosario Cesare Giarrusso pittore e scultore ligure
Rosario Cesare Giarrusso valente pittore disegnatore e scultore.
Intorno ai sei anni di età si trasferì con la famiglia a Genova dove, ai primi del secolo, frequentò per breve tempo i corsi di plastica tenuti da G. Navone presso l’Accademia ligustica di belle arti.
Alla sua formazione tecnico-stilistica contribuirono, tuttavia, anche elementi diversi, tra cui vennero ad assumere importanza primaria l’attività artigianale di intagliatore in legno e, soprattutto, il rapporto con lo scultore E. De Albertis, uno dei protagonisti della cultura artistica genovese di inizio secolo.
Si perfeziona all’Accademia Ligustica di Genova sotto la guida di Galletti.
Giarrusso condivideva gli ideali di rinnovamento culturale di De Albertis.
I due, insieme con altri autori di rilievo quali G. Galletti, F. Messina, A. Bellebuono, A. Lucarini e A. Vassallo, fecero parte dal 1916 dell’Associazione “Pro cultura artistica“.
Nell’ambito di questo sodalizio, dove venivano coltivati ideali di socialismo umanitario, ebbe modo di collaborare ad alcune conferenze pubbliche, all’organizzazione di una biblioteca itinerante.
Nel 1914 espose un non meglio specificato gesso a una mostra che si tenne presso il circolo Tunnel di Genova.
Nel 1915 eseguì per il cimitero genovese di Staglieno la Tomba del poeta De Paoli, che presenta alla base un motivo decorativo di chiara impronta liberty secondo lo stile di De Albertis
A Genova frequenta un laboratorio calcografico, lo studio dello scultore e pittore Edoardo De Albertis, partecipa alle mostre Provinciali, Regionali e Interregionali di Belle Arti.
Ottiene il titolo di Accademico di merito per la Classe Ornatisti.
Rosario Cesare Giarrusso vive per un periodo a Parigi ed espone con una certa continuità presso la prestigiosa Galerie Picard, e inoltre Alla Salle de la Chauminière, all’Esposition Internationale des Arts Decoratifs nel 1925 e al Salon des Artistes Français del 1927.
Sempre a Parigi frequenta il pittore Giuseppe Cominetti a Montmatre e lo scultore Giuseppe Mazzei a Montparnasse.
Sempre a Staglieno, il G. realizzò la Tomba Maccagnolo (1921), la Tomba Andrea Sanguineti (1925) e all’inizio degli anni Trenta la Tomba Portigliotti (Sborgi, 1997); a queste vanno aggiunte, secondo Rocchiero (1986, p. 7), la Cappella Sanguineti (1928), e le tombe Rosini, Vittoso, Monta-Brischi (1938)
Negli anni Trenta l’opera del G. appare più incline ad accogliere esperienze realiste, che vengono tuttavia fuse o alternate con riprese linguistiche déco.
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