Livorno 1825 – Firenze 1908

Giovanni Fattori pittore che ha operato in Liguria

Giovanni Fattori fu l’esponente più importante dei macchiaioli (corrente di pittori precursori dell’impressionismo di cui fecero parte anche Silvestro Lega e Telemaco Signorini).
Prese parte alle battaglie per l’Unità d’Italia collaborando con il Partito d’Azione.
Trasferitosi a Firenze si iscrisse all’Accademia di Belle Arti ed iniziò a frequentare il gruppo del Caffè Michelangiolo, ritrovo di artisti.
La sua pittura andò sempre più semplificandosi ed arrivò ad un nuovo modo di esprimere la luce giungendo a quell’effetto di macchia che caratterizza il nome del gruppo di cui fece parte (macchiaioli) con rapidi e piccoli abbozzi attraverso poche, essenziali, macchie di colore. 
Andò inoltre sempre più discostandosi dalle forme accademiche per cercare di rendere una rappresentazione reale dei soggetti, orientandosi verso gli umili aspetti della vita quotidiana – personaggi, animali, scene di vita rustica, ecc. 
Questo nuovo modo di dipingere fu uno degli argomenti più discussi dagli artisti che si riunivano al Caffè Michelangiolo.
Dipinse vari soggetti di carattere risorgimentale.
In essi sono raffigurate battaglie o, a volte, solo dei soldati che segnano con la loro presenza i paesaggi italiani. In queste opere Fattori non vuole porre l’attenzione sui valori eroici della guerra, ma sulla tragica realtà di una battaglia fatta soprattutto di morti e feriti.
Sceglie inoltre temi di rappresentazione del paesaggio, la Maremma e la vita campestre. La maremma toscana, di cui lui era originario, divenne uno dei soggetti preferiti.
Paesaggi segnati da grande essenzialità, colore disteso in modo omogeneo.
I soggetti vengono definiti in modo sintetico. Giovanni Fattori è considerato uno dei più sensibili esponenti del movimento dei Macchiaioli.
Egli iniziò a informare i primi personali orientamenti artistici quando, a partire dagli anni Cinquanta dell’Ottocento, iniziò a frequentare il Caffè Michelangiolo di Firenze, animato da «una classe di giovani [artisti], i quali erano divenuti nemici dei professori accademici: guerra all’arte classica!». Mostrandosi insofferente alla pittura accademica e ai temi storico-celebrativi da essa prediletti, aderì quasi fisiologicamente alla macchia, una nuova tecnica pittorica ed espressiva legata con la poetica naturalistica.
Lo scopo di Giovanni Fattori infatti, era quello di instaurare una pittura di ‘impressione’ modulando i volumi e le lontananze non più con il tradizionale chiaroscuro, bensì con la giustapposizione omogenea di campiture di colore accordate tra di loro in base al «tono», al «valore» e al loro conveniente «rapporto» (come spiegò egli stesso).
Questa prassi aveva i suoi presupposti nelle dinamiche della percezione visiva: la presenza delle macchie, infatti, è giustificata dal fatto che l’occhio umano è colpito solo dai colori, che con le loro brusche interruzioni descrivono i contorni degli oggetti.
Per questo motivo il reticolo disegnativo di Fattori non contemplava l’utilizzo di linee di contorno (assenti, tra l’altro, anche nella realtà).
I dipinti di Fattori trattano gli aspetti più terragni e quotidiani della realtà, quelli meno appariscenti e per questo motivo più dolorosi: a queste tematiche l’artista si accostò con diverse disposizioni d’animo, presentando talvolta un grande e innocente coinvolgimento lirico e altre volte facendo prevalere l’intento polemico, ironico o descrittivo.
Questa riflessione sulla quotidianità, in ogni caso, fu condotta sempre con grande vigore e autenticità morale, in pieno accordo con la poetica macchiaiola, animata da un pungente verismo pittorico: «Quando all’arte si leva il verismo che resta? Il verismo porta lo studio accurato della Società presente, il verismo mostra le piaghe da cui è afflitta, il verismo manderà alla posterità i nostri costumi e le nostre abitudini»
(Giovanni Fattori)
Per quanto concerne il suo retaggio Giovanni Fattori esercitò un’influenza forte e duratura su numerosi artisti, come : Plinio Nomellini, Oscar Ghiglia, Giuseppe Pellizza da Volpedo e Amedeo Modigli

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