Genova Sampierdarena 1885 – 1919 

Dante Conte pittore ligure

Dante Conte allievo del pittore Angelo Vernazza e di Tullio Quinzio, si perfeziona a Firenze, frequentando la scuola di scultura di Augusto Rivalta. In seguito,per completare la sua formazione, soggiorna a Parigi e a Londra.
Ma, proprio il soggiorno francese lo colpisce profondamente ed in particolare la pittura impressionista lascerà una traccia indelebile nella sua cultura artistica.
Tornato a Genova, apre uno studio, non senza numerose difficoltà, dovute alla sua precaria situazione finanziaria.
Esegue, prevalentemente, ritratti, figure popolari e paesaggi.
Partecipa alla Grande Guerra e muore di malattia poco dopo il suo ritorno in patria.
Dante Conte ha mostrato grande capacità di approfondimento psicologico dei personaggi da lui raffigurati, seguendo la lezione post-impressionista e attraverso l’uso magistrale di un denso impasto materico, ha realizzato opere di grande intensità cromatica e di elevato livello qualitativo.
Conte ci appare, così, come una delle figure più rappresentative della pittura ligure del secondo ottocento e del primo novecento.
Sue opere sono conservate presso la Galleria d’Arte Moderna di Genova Nervi e gli Ospedali Civili di Genova Sampierdarena.

Dante Conte nei sui dipinti a olio, oltre un centinaio tra tele, cartoni e molto raramente tavole, dipinse prevalentemente ritratti, generalmente eseguiti con pennellate ampie e materiche con le quali fissava sulla tela il suo interesse per l’introspezione psicologica e la volontà di scavare nel dramma umano dei suoi soggetti, e paesaggi, nei quali al contrario si concedeva un maggior lirismo e ad un più pacato abbandono.
Dante Conte, che visse la crisi dei valori pittorici ottocenteschi, senza però aderire alle avanguardie che pur conobbe, fece scelte pittoriche moderne (di matrice impressionista e post-impressionista) che riscontrarono poco successo presso il fruitore artistico tipo del periodo, come naturale per una «esperienza che fu di estrema intensità e insieme di gelosa segretezza.
Non fu quindi mai del tutto influenzato né dal divisionismo, che però caratterizzò personalmente in alcune sue opere, né dal futurismo, a proposito del quale, nel momento del suo massimo imperversare, dichiarò: «Il vero futurismo è l’impressionismo, l’arte del divenire.

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