Barge (CN) 1876 – Torino 1956

Romolo Bernardi pittore che ha operato in Liguria

Romolo Bernardi frequentò l’Accademia Albertina di Torino e fu allievo di G. Grosso.
Nel 1890 è assunto allo stabilimento litografico Doyen e contemporaneamente si iscrive ai corsi serali dell’Accademia Albertina. Dipinge paesaggi e figure, con spiccata sensibilità coloristica
Incoraggiato dal maestro, si dedicò essenzialmente al ritratto e nel 1898 vinse il premio degli Artisti all’Esposizione Nazionale di Torino con il Ritratto del padre, un grande olio con cui vince il “Premio degli Artisti”.
A questa produzione Ritratto della madre dell’ing. Vincenzo Goffi, 1900, Torino, Galleria Civica d’Arte Moderna, affiancò quella di paesaggio, compreso quello ligure, e della pittura animalistica.
Praticò anche la pittura murale, in forme accademiche (fregio della sala del Trono nel castello di Mozzi).
Nel 1900 alla Biennale di Venezia presenta un trittico il “Castigo”. Per la perizia nel ritratto, appresa nello studio di Giacomo Grosso, s’impone al Salon di Parigi, del 1913, con un “Autoritratto”, del 1911 e con il “Ritratto della moglie”, del 1913.
Romolo Bernardi nel 1904 partecipa all Esposizione Italiana “Italian Exibition Earl’s Cuort” a Londra esponendovi il dipinto The smoker.
Nel 1912 è ancora con l’opera Gli ultimi nati alla X Biennale d’Arte di Venezia oltre a quelle promosse dal governo all’estero, affermandosi soprattutto in America.
Nel 1914 si trasferisce con la famiglia a Roma e apre una scuola d’arte in via Ludovisi ed entra nel gruppo dei XXV della campagna romana. Poiché di regola ognuno deve avere un soprannome, Romolo, per la barba rossiccia, è chiamato “Triglia”
Per dieci anni è stato vice presidente della società “Amatori e Cultori di Belle Arti”, di Roma.
Diventa consigliere artistico della Regina Margherita di Savoia. Dirige lavori di restauro di pitture parietali a Palazzo Venezia.
Nel 1921, fu attratto dalla scultura (fusioni bronzee e sculture marmoree) alla quale per circa otto anni dedicò  tutte le sue energie.
Nel 1938 Romolo Bernardi torna a Torino.
Scrisse l’Oberti, ricordandone la figura: “…Rimane a testimoniare del sole e delle nubi, degli alberi e degli agnelli a lui tanto cari e dei volti degli Eroi, il ricordo della sua parola facile e convincente, la forza con la quale affrontava le correnti artistiche, l’attenzione vigile ai rinnovamenti ed alle polemiche del momento“.

1942

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